“In occasione della giornata di alto livello sul tema delle spose bambine ed organizzata dall’ Onu, che si terrà il 22 Settembre 2014, manifestiamo la nostra volontà di promuovere una campagna di sensibilizzazione, da promuovere in ogni contesto possibile, partendo dal sistema scolastico. Siamo convinte che il sapere diffuso e condiviso, per quanto riguarda la condizione dei diritti umani negati, possa contribuire ad una presa di consapevolezza utile ad un fenomeno di cambiamento”.
E’ iniziata così la campagna di sensibilizzazione (trasformatasi, successivamente, in Comunità Internazionale) partita dalla Sicilia nel 2014. Si tratta di un impegno umanitario internazionale dalla piena riconoscibilità sia nazionale sia internazionale.
“Sono Bambina, Non Una Sposa” di cui è Advocacy Giorgia Butera, uscita ufficialmente lunedì 22 Settembre, è stata anticipata dal giornale di Onu Italia nella giornata di domenica 21 Settembre.
L’Italia è dalla parte delle spose bambine: vittime di una violazione dei diritti umani che ne limita l’istruzione delle giovanissime donne e provoca danni alla loro salute fisica e emotiva.
I matrimoni precoci e spesso forzati trovano profonde radici negli squilibri di potere tra donne e uomini, in stereotipi e leggi che rispecchiano l’idea che la donna debba ricoprire un ruolo sociale e familiare subalterno, regolato da modelli patriarcali, sul consenso al controllo sociale sul corpo e sulle scelte sessuali delle donne.
Il nostro messaggio vuole essere chiaro, semplice e costruttivo: “Stop Spose Bambine. Stop Matrimoni Precoci e Forzati. La scelta di contrarre matrimonio o qualunque forma di unione sentimentale-sessuale, deve appartenere al libero arbitrio, frutto di libertà personale”.
“Sono Bambina, Non Una Sposa”, nel Settembre 2015 è diventata Comunità Internazionale.