METE, Ammessa alla I Edizione ‘Settimana per la Promozione della Cultura Romanì e per il Contrasto all’Antiziganismo’, Promossa dall’UNAR

METE è stata ammessa alla I Edizione della ‘Settimana per la Promozione della Cultura Romanì e per il Contrasto all’Antiziganismo’, promossa dall’UNAR (Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per le Pari Opportunità, Ufficio per la promozione della parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni fondate sulla razza o sull’origine etnica), che si terrà dal 3 al 10 aprile 2024, con il Progetto dal Titolo: ‘Il Cammino dei Popoli e la sua Inclusione’.

Palermo, Roma, Ferrara, Antibes, Montecarlo e Bari unite nel racconto socio-culturale ed artistico per diffondere conoscenza della storia e della cultura di Rom e Sinti. Ma anche attività di contrasto all’Antiziganismo.

Tra le Azioni della Settimana, ne citiamo alcune: attraverso un documentario, ideato e realizzato da ‘Scuola Cinema’ per METE, presenteremo la realtà vissuta da Rom, Sinti e Caminanti, nati e cresciuti da generazioni nel nostro territorio, e mai considerati italiani. Entrambi gli intervistati escono dallo smantellamento di un campo Rom a Roma, nel quale è stato attivato un progetto di integrazione.

Il Centro di Produzione Cinematografico ‘Larcadarte’, organizzerà un Seminario presso l’Istituto Comprensivo Poggiali Spizzichino di Roma, ove sarà discusso come i Diritti Umani, le Discriminazioni ed il Sociale vengono (e possono essere) raccontati attraverso l’audiovisivo.

Un Festival di Teatro/Danza, dal titolo ‘Romanì Danza Fest’, direzione artistica Teri Demma, concluderà la Settimana. Quest’anno il ‘Romanì Danza Fest’ si terrà a Palermo, dall’anno prossimo si svolgerà a Bari. 

Lo spettacolo, che si terrà il 6 aprile al Teatro Nostra Signora della Consolazione (Palermo), è un viaggio all’interno della cultura Rom, che ne svela tutta quella parte di tradizioni a noi sconosciute tentando di svilirne i preconcetti. Un racconto ‘nomade’ anche nell’anima, dove danze e canti grazie alle contaminazioni della cultura occidentale hanno subito evoluzioni tali da lasciare un forte impronta attuale. Una fra queste il flamenco.

Le Coreografie sono a cura di Deborah Brancato. La narrazione teatrale è di Mari Miserendino e Dana Ionas. I Testi di Giorgia Butera. La Produzione è ResExtensa Dance Company per METE.

Le attività saranno sia presenza, sia online.

METE è ammessa all’UNAR – Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per le Pari Opportunità, Ufficio per la promozione della parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni fondate sulla razza o sull’origine etnica. E’ iscritta al numero 69 del Registro delle Associazioni e degli Enti che svolgono attività nel campo della lotta alle discriminazioni.

Programma:

‘Il Cammino dei Popoli e la sua Inclusione’ Danza, Ricerca, Testimonianze, Audiovisivo, Educazione

3 aprile 2024, ore 18.30 – Cerimonia di Apertura, intervengono in Conferenza Online: Giorgia Butera (Presidente METE), Sara Baresi (Direttrice Generale OIDUR), Silvia Amato Petragnani (Rappresentante Scuola Cinema) e Dana Ionas (Rappresentante Comunità Rumena), Mari Miserendino (Attivista Cause Sociali). Modera: Sofia Abad (Linguista);

4 aprile 2024, ore 9.30 – Seminario Formativo a cura del Centro di Produzione Cinematografico Larcadarte, presso l’Istituto Comprensivo Poggiali Spizzichino di Roma. Affrontiamo come i Diritti Umani, le Discriminazioni ed il Sociale vengono (e possono essere) raccontati attraverso l’audiovisivo;

5 aprile 2024, ore 18.00 – Proiezione Online Documentario realizzato da Scuola Cinema. Sarà presentata la realtà vissuta da Rom, Sinti e Caminanti, nati e cresciuti da generazioni nel nostro territorio, e mai considerati italiani. Entrambi gli intervistati escono dallo smantellamento di un campo Rom a Roma, nel quale è stato attivato un progetto di integrazione;

5 aprile 2024, ore 19.00 – Laboratorio in sede METE. Incontro e Confronto sulla Cultura Romanì ed il Contrasto all’Antiziganismo;

6 aprile 2024, ore 21.00 ‘Romanì Danza Fest’, si terrà il 6 aprile al Teatro Nostra Signora della Consolazione (Palermo). Coreografie: Deborah Brancato. Coordinatore: Teri Demma. Testi: Giorgia Butera. Narrazione Teatrale: Mari Miserendino e Dana Ionas. Produzione ResExtensa Dance Company per METE.

7 aprile 2024, ore 18.00 – Cerimonia di Chiusura a cura di Sofia Abad, curatrice della Campagna Video Social sul tema della Settimana UNAR in oggetto.

STORIA: Il termine che gli zingari usano maggiormente per definirsi è rom (al plurale: Rom, o roma) e significa uomo, anche se nelle loro migrazioni in Occidente del tardo Medioevo (XIV-XV sec) preferivano il termine Sinti. Alcuni zingari però (come quelli dell’Iran) non conoscono il nome rom, quelli di Spagna preferiscono chiamarsi Kalo e quelli armeni usano il termine Lom. Sinti e Rom occupavano una posizione bassa nella società, e questo spiega perché tra il V° e l’XI° secolo, carestie e guerre li spinsero ad abbandonare la loro terra verso la Persia e l’Armenia.

Le radici della cultura zingara si devono ricercare in India. Nella cultura dei Rom e dei Sinti si incrociano molti influssi, questo popolo è infatti entrato in contatto con molti altri popoli assumendone in parte usi e costumi.

La famiglia costituisce per i Rom e i Sinti l’ elemento fondamentale della loro vita sociale. Il vincolo con la famiglia e con il clan è molto forte perché sono queste istituzioni che garantiscono la protezione e la sicurezza. Per Sinti e Rom non esistono ospizi per i vecchi; nessuno abbandonerebbe mai una persona anziana che è membro della famiglia.

Per molti secoli i sinti ed i rom non hanno conosciuto la scuola. Imparavano vivendo in famiglia e nel clan. In questo modo apprendevano tutto ciò che era utile ed importante per sopravvivere. I giovani conoscevano la storia del loro popolo dai racconti dei vecchi che tramandavano, solo oralmente, la cultura zingara. Questo modo di apprendere è entrato in crisi negli ultimi secoli, dopo che la rivoluzione industriale ha imposto nuovi modelli economici e culturali.

Per molti secoli i sinti e i rom hanno esercitato dei lavori che erano in accordo con il tipo di vita nomade che facevano, professioni che sono state tramandate dai padri ai figli. La sensibilità degli zingari per la musica è proverbiale. E’ facile trovare negli accampamenti dei sinti e dei rom degli strumenti musicali, soprattutto violini, cimbali, chitarre. Quasi mai questi musicanti conoscono le note musicali ed i trattati sull’armonia: più che compositori sono dei bravi arrangiatori della musica popolare. Gli zingari sono anche bravi artigiani nella produzione di strumenti musicali. Un esempio della creatività zingara nel campo della musica è il flamenco, espressione musicale tipica dei gitani, cioè dei rom di Spagna.